mercoledì, Marzo 12, 2025

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Ucraina, Zelensky: “Russia risponda su tregua. Non cederemo territori, è linea rossa”

(Adnkronos) – La Russia avanza nel Kursk mentre si attende la risposta di Mosca alla proposta di tregua con l’Ucraina. I trenta giorni di tregua concordati ieri a Gedda tra funzionari ucraini e americani ”sarebbero utili per elaborare un piano di pace” che metta fine alla guerra. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante un briefing a Kiev. A Gedda si sono svolti colloqui ”costruttivi”, ha aggiunto Zelensky, sottolineando che ”l’Ucraina è pronta per il cessate il fuoco, ora la Russia deve rispondere”, ma Kiev ”non si fida” di Mosca. 

“Tutto dipende dal fatto che la Russia voglia un cessate il fuoco oppure voglia continuare a uccidere persone”, ha detto Zelensky, aggiungendo che “l’Ucraina ha dimostrato la sua posizione e oggi la Russia deve rispondere”. 

Kiev comunque ”non riconoscerà come territorio russo i territori occupati” da Mosca in Ucraina, ha detto Zelensky, spiegando che ”questa è la linea rossa più importante. Non lasceremo mai che nessuno dimentichi questo crimine contro l’Ucraina”. “Questa è la nostra lotta per l’indipendenza”, ha sottolineato, e ”la nostra gente sta combattendo per questo. Nessuno lo dimentica”. 

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che nei colloqui tra Ucraina e Stati Uniti che si sono tenuti ieri a Gedda si è parlato di possibili “concessioni territoriali” di Kiev come parte di un accordo negoziato con Mosca. 

Kiev si aspetta inoltre ”un’azione forte” degli Stati Uniti se la Russia non dovesse accettare la proposta di tregua, ha affermato Zelensky. I partner dell’Ucraina “hanno promesso azioni forti, tra cui sanzioni contro la Russia e assistenza militare a noi” se Mosca non accetterà un accordo, ha aggiunto, sottolineando di non conoscere ancora i dettagli delle misure che gli alleati di Kiev intendono adottare. 

”Le garanzie di sicurezza per l’Ucraina verranno discusse con gli alleati se entrerà in vigore la tregua” di 30 giorni concordata con Usa, ha affermato inoltre il leader ucraino. “Discuteremo le garanzie di sicurezza in modo più dettagliato se ci sarà un cessate il fuoco di 30 giorni. Questi 30 giorni sono pensati per mettere sulla carta i passi che abbiamo concordato con gli alleati e le garanzie di sicurezza che saranno in vigore in Ucraina dopo la fine della guerra”, ha dichiarato il presidente ucraino. 

Zelensky ha poi detto di “non aver sentito nulla” in merito a un presunto secondo invito alla Casa Bianca per incontrare il presidente americano Donald Trump. In ogni caso, ha sottolineato, la ripresa degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence da parte degli Stati Uniti è “molto positiva”.  

La Russia prende tempo e non esclude una telefonata “di alto livello” con gli Stati Uniti sulla proposta di tregua con l’Ucraina. “Assumiamo che il segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Walz ci informeranno nei prossimi giorni attraverso diversi canali dei negoziati che si sono svolti e degli accordi presi”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. 

Una telefonata fra Donald Trump e Vladimir Putin non è al momento in programma: da Washington non è arrivata alcuna richiesta, ha precisato Peskov dopo che Trump ha anticipato un suo colloquio con Putin questa settimana, in seguito ai colloqui di Gedda con gli ucraini.  

Il Cremlino chiede cautela sulla questione della risposta di Mosca alla proposta di tregua. “Si tende ad anticipare le cose prematuramente e noi preferiamo non farlo”, ha dichiarato Peskov, ribadendo che “prima di tutto dobbiamo ricevere (dagli americani, ndr) le informazioni relative all’accordo sottoscritto ieri a Gedda con gli ucraini.  

Il segretario di Stato americano Marco Rubio, parlando ai giornalisti all’aeroporto internazionale di Shannon, ha detto che gli Stati Uniti ”avranno contatti con i russi” oggi. Gli Usa ha aggiunto, si aspettano una risposta positiva dalla Russia all’accordo per una tregua e ”chiediamo con urgenza ai russi di mettere fine alle ostilità”. 

”Non esiste una soluzione militare al conflitto” in Ucraina, ma Kiev ha bisogno di ”un deterrente sufficiente per contrastare attacchi futuri”, ha detto Rubio incontrando i giornalisti all’aeroporto internazionale di Shannon. ”Se la Russia dovesse dire ‘no'” alla proposta di tregua “ci direbbe molto su quali sono i suoi reali obiettivi e sul loro modo di pensare”, ha sottolineato. 

Rubio ha anche detto che nei colloqui tra Ucraina e Stati Uniti a Gedda si è parlato di possibili “concessioni territoriali” di Kiev come parte di un accordo negoziato con la Russia. “Sì, ne abbiamo parlato”, ha confermato Rubio. 

L’amministrazione Trump ha ripetutamente affermato che sia Kiev sia Mosca dovranno scendere a compromessi per raggiungere un accordo di pace, definendo “irrealistico” l’obiettivo dell’Ucraina di ripristinare i confini precedenti al 2014. Le forze russe occupano attualmente circa il 20% dell’Ucraina. 

Quanto all’accordo sui minerali, darebbe agli Stati Uniti un “interesse diretto” nella protezione dell’Ucraina, ma Rubio non ha promesso garanzie formali di sicurezza. “Non lo presenterei come una garanzia di sicurezza, ma certamente, se gli Stati Uniti hanno un interesse economico che generi entrate per il nostro popolo e per il popolo ucraino, avremmo interesse a proteggerlo”, ha affermato. 

Intanto il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha confermato che dopo i colloqui di Gedda è ripreso il flusso degli aiuti militari Usa dalla Polonia verso l’Ucraina ai livelli precedenti allo stop ordinato da Trump dopo il suo scontro con Zelensky alla Casa Bianca.  

“Confermo che le forniture di armi attraverso Jasionka sono tornate ai livelli precedenti”, ha detto Sikorski riferendosi all’hub logistico vicino al confine orientale della Nato da dove passa il grosso dell’aiuto militare a Kiev, il 95% del quale entra in Ucraina attraverso la Polonia, secondo le stime di Varsavia.  

Sul campo, prosegue l’avanzata russa nel Kursk. Il portavoce del Cremlino Peskov ha spiegato che “la dinamica nel Kursk è positiva”. “Le informazioni dei nostri militari indicano che le nostre forze stanno avanzando con successo nella regione, liberando le zone che erano sotto il controllo dei militanti (ucraini, ndr)”, ha aggiunto. 

Mosca ha dichiarato di aver riconquistato cinque villaggi nella regione. Sono attualmente in corso combattimenti nella città di Sudzha, dove le truppe russe sono entrate dopo aver preso il controllo di una delle principali arterie stradali provenienti dalla provincia ucraina di Sumy. Lo riferisce l’emittente nazionale ucraina Suspilne, citando una fonte militare.  

Ruslan Leviev, fondatore di Conflict Intelligence Team, in un’intervista a Dozhd Tv ha detto che le forze ucraine si stanno ritirando dalla regione di Kursk. “In tutte le zone che stanno tornando sotto il controllo russo c’è una resistenza limitata. Lo stesso sta accadendo a Sudzha. Ieri forze russe si trovavano alla periferia della città. Oggi si trovano dalla parte opposta. E senza che ci siano state battaglie. Ora si può dire che l’intera città di Sudzha è sotto controllo russo. Potrà essere finita oggi, o forse i villaggi di confine resisteranno per alcuni giorni. Ma nel complesso la presa del Kursk sta avvicinandosi alla fine e le forze ucraine si stanno ritirando”, ha affermato il centro di analisi. Video diffusi dai media russi mostrano soldati russi con la bandiera nel centro della città.  

Zelensky ha detto che l’esercito di Mosca sta cercando di esercitare la “massima pressione” sulle truppe ucraine nella regione di Kursk e che l’Ucraina sta facendo “tutto il possibile” per proteggere i propri soldati. “I russi stanno chiaramente cercando di esercitare la massima pressione sulle nostre truppe e il nostro comando militare sta facendo ciò che deve fare”, ha affermato Zelensky, “Stiamo preservando il più possibile la vita dei nostri soldati”, ha sottolineato. 

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