ROMA – Con il nuovo codice della strada, che entrerà in vigore sabato 14 dicembre, un’altra rivoluzione annunciata sarà quella della nuova disciplina sugli autovelox, spesso utilizzati dai Comuni per fare cassa sulla pelle degli automobilisti. Per questo con il nuovo codice si è deciso di aumentare i paletti su numerose norme relative all’installazione e all’utilizzo di questi apparecchi di controllo elettronico della velocità. Innanzi tutto, installare un autovelox sarà molto più difficile. Lo si potrà fare solo in strade ad alto tasso di incidentalità e dove è impossibile la contestazione immediata, e previo provvedimento del prefetto anche per le strade comunali. Inoltre, non saranno cumulabili le multe per eccesso di velocità conseguite sul medesimo tratto di strada e gestite dallo stesso ente nell’arco di un’ora. E si fissano limiti più stringenti per l’utilizzo degli apparecchi. Come il limite minimo di 50 km/h per la velocità rilevabile nei centri urbani, misura che rende di fatto inefficaci le cosiddette Zone 30, di cui Bologna è stata apripista in Italia. O il divieto, sulle strade extraurbane, di installare autovelox che impongano di procedere a meno di 90 km/h.
Il Prefetto
Innanzi tutto, i tratti in cui è consentita la collocazione degli autovelox e le modalità d’uso d’ora in poi verranno stabiliti sempre con un provvedimento del Prefetto. Mentre fino ad oggi gli autovelox, sia fissi che mobili, potevano essere installati in qualunque strada comunale a patto che fossero ben segnalati da cartelli che li precedevano di almeno 80 metri, dando quindi ai Comuni ampia discrezionalità, spesso usata per fare cassa con le multe. Oggi ci sono dei paletti precisi per installarli solo dove è necessario.
Strade urbane
Ove possibile, agli autovelox sulle strade urbane gli enti locali dovranno preferire i dossi rallentatori. Comunque, tranne situazioni particolari, sulle strade urbane di scorrimento, sulle urbane di quartiere e urbane locali e anche in centro città si potranno utilizzare apparecchiature di controllo elettronico non accompagnate da una pattuglia della polizia solo se il limite di velocità non è inferiore a 50 km/h. Questo rende impossibile verificare tramite autovelox fissi il rispetto delle cosiddette Zone 30, dove il limite di velocità è fissato a 30 chilometri orari.
Strade extraurbane
Sulle strade diverse da autostrade ed extraurbane principali, gli autovelox potranno essere utilizzati solo: in presenza di un elevato livello di incidentalità rilevato nei 5 anni precedenti, se la velocità media rilevata è superiore ai limiti consentiti, o se esiste una impossibilità documentata a procedere alla contestazione immediata delle infrazioni. Altra novità di forte impatto per le strade provinciali e regionali è quella di poter ricorrere agli autovelox solo se il limite di velocità imposto non è ridotto di oltre 20 chilometri orari rispetto al limite previsto per quel tipo di strada extraurbana, che è di 110 chilometri orari. Questo significa che gli autovelox non potranno imporre limiti, e quindi segnalare infrazioni, inferiori ai 90 km/h. Una misura che certo sarà accolta con molto piacere dagli automobilisti, che non saranno più messi in difficoltà da limiti di velocità che variano bruscamente sullo stesso tratto, a poca distanza uno dall’altro.
Distanze
Il nuovo codice stabilisce anche la distanza minima tra il segnale che impone il limite e l’autovelox: non può essere inferiore a 200 metri sulle strade ad alto scorrimento ed a 75 metri su tutte le altre. Il dispositivo di rilevamento della velocità dovrà essere preceduto dal segnale che impone il limite a non meno di 1 km, mentre tra due autovelox non possono intercorrere meno di 500 metri, che diventano 1 km sulle strade extraurbane secondarie e 3 km sulle strade extraurbane principali. Anche per i dispositivi che registrano la velocità media del veicolo, che possono essere collocati solo sulle autostrade e le strade extraurbane principali ed extraurbane secondarie, la distanza tra i portali di ingresso e uscita dev’essere pari almeno a un chilometro.
Multe
In caso di più violazioni commesse dallo stesso veicolo in tratti stradali ricadenti nella competenza del medesimo ente e in un periodo di tempo non superiore a un’ora, si applicano, se più favorevoli, le sanzioni amministrative previste per la violazione più grave aumentate di un terzo. Per fare un esempio pratico: violando in un’ora tre zone tutor sul medesimo tratto autostradale, viaggiando a meno di 40 km/h oltre il limite, con il precedente Codice si sarebbe incorsi in una multa minima di 507 euro (169 per violazione), mentre ora la sanzione è pari a 230 euro (quindi 173 euro più un terzo). Il nuovo Codice della strada prevede infatti una sanzione da 173 a 694 euro se il superamento del limite di velocità è compreso tra i 10 km/h e i 40 km/h.
Ztl
Il nuovo Codice della strada prevede anche che chi circola abusivamente all’interno di una Ztl (zona a traffico limitato) non potrà ricevere più di una multa al giorno. E ci sarà una maggiore tolleranza sui tempi di permanenza all’interno, specie se il ritardo è collegato a situazioni di traffico eccezionale o di eventi straordinari. Si prevede inoltre l’istituzione di Zone a Traffico Limitato nelle aree protette dall’Unesco, al fine di preservare il patrimonio culturale e naturale, promuovendo al contempo il turismo sostenibile.