mercoledì, Marzo 12, 2025

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Garlasco, dal Dna alle impronte digitali: gli indizi su Sempio e le richieste della procura

(Adnkronos) – Le nuove tecnologie nel campo della genetica permetteranno alla Procura di Pavia di acquisire nuovi atti d’indagine per fare piena luce sul delitto di Garlasco. Ora che Andrea Sempio è nuovamente indagato, si procederà a prelevarne il Dna e compararlo con la traccia maschile trovata sulle unghie di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007.  

Ma non è finita. La Procura ambisce a una consulenza tecnica per rivalutare la dimensione delle impronte lasciate dalla scarpa insanguinata nella villetta di via Pascoli e confrontarla con quella di Andrea Sempio; al 37enne dovrebbero prendere le impronte digitali per confrontarle con quelle trovate sul dispenser del sapone nel bagno dove l’assassino si lavò le mani e infine l’indagato sarà interrogato e saranno ascoltati alcuni amici dei fratelli Poggi. 

Andrea Sempio infatti, era un amico del fratello della ventiseienne e all’epoca del delitto aveva 19 anni. Tra il 2016 e il 2017 era già stato al centro di indagini sollecitate da parte dei legali di Alberto Stasi sul Dna, ritrovato sotto le unghie della vittima. Stasi, allora fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere per il delitto. 

Il primo passo già domani: Sempio dovrà presentarsi nella sede dei carabinieri a Milano, reparto Scientifica, per sottoporsi all’esame salivare e al tampone. Gli esami, dopo che Sempio ha negato l’assenso, sono stati ‘imposti’ dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, competente per l’omicidio di Garlasco. Da quanto si apprende l’operazione sarà piuttosto breve, solo successivamente si procederà al confronto tra le due tracce genetiche. 

 

La Procura di Pavia ha indagato (ancora) Andrea Sempio “perché con il concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi cagionava la morte” della ventiseienne. Questa inchiesta però non muta, in automatico, la responsabilità di Stasi che resta il colpevole dell’omicidio della ventiseienne: per rivalutare la sua posizione serve una richiesta formale della difesa alla Corte d’appello di Brescia.  

“Arrivati a questo punto, essendo ormai vicini al fine pena, abbiamo intenzione di attendere gli sviluppi dell’indagine e soprattutto di vedere prima gli atti della Procura di Pavia, che sono a oggi coperti da segreto istruttorio. Poi naturalmente agiremo”, ha detto all’Adnkronos Giada Bocellari che insieme al collega, l’avvocato Antonio De Rensis, difende Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. 

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