(Adnkronos) –
Lavori del Senato sospesi fino a martedì 4 febbraio. E’ quanto stabilito oggi dalla capigruppo , che ha accolto quanto richiesto dalle opposizioni sul piede di guerra per la mancata informativa sul caso Almasri da parte dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Per le vicenda relativa al rimpatrio del generale libico sono indagati, con la premier Giorgia Meloni, i due ministri e il sottosegretario Alfredo Mantovano.
Pd, M5S, Avs e Italia Viva hanno chiesto che la stessa Meloni venga a riferire in Aula sul caso. “Non andremo avanti con i lavori fino a quando il governo non chiarirà i contorni di questa vicenda”, dice lasciando la capigruppo, il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. “E’ una vicenda politica e non giudiziaria molto grave – ha sottolineato -. Possono esserci stati patti tra il governo italiano e quello libico, in quel caso il governo sarebbe complice di un sistema di gestione delle migrazioni che non rispetta i diritti umani. Non vorremmo un governo complice dei sistemi di tortura libici”.
Stefano Patuanelli, capogruppo del M5s spiega che “c’era la disponibilità del ministro Ciriani, a intervenire anche oggi, ma non abbiamo colto, è del tutto evidente che non è sufficiente”. “Per rispetto della magistratura – spiega – dal governo dicono che non possono venire per l’informativa, ma poi nel video Meloni attacca i magistrati”.
“Vogliamo che il premier quando fa i video dica la verità, che quanto ricevuto non è un avviso di garanzia”. Per Peppe De Cristofaro di Avs “nel video Meloni, che dice menzogne, ha detto di non essere ricattabile, io penso esattamente il contrario, il nostro governo è sotto ricatto dei libici. Meloni deve venire in Aula a spiegare”.
Il capogruppo di Italia Viva, Enrico Borghi attacca: “non si è mai visto che un ministro oggetto di una comunicazione di iscrizione a una attività giudiziaria si sia sottratto al confronto in Parlamento. Abbiamo avuto premier indagati che venivano in Aula e discutevano, così come hanno fatto ministri. Qui si prende a pretesto una questione di assoluta ordinarietà giudiziaria per non confrontarsi con il parlamento”.
“Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada”, le parole di Meloni su X dopo che ieri aveva annunciato di aver ricevuto un avviso di garanzia in seguito alla denuncia presentata alla procura capitolina dall’avvocato Luigi Li Gotti.
L’avviso di garanzia è stato inviato anche a Nordio, Piantedosi e Mantovano.
Intanto in un post su Instagram Arianna Meloni difende la sorella. “Anni di vergogna, derisione rassegnazione. Poi l’Italia rialza improvvisamente la testa. Fiera, rispettata, ascoltata, guardata come un modello. Tante cose ancora da risolvere, certo, ma una speranza che improvvisamente divampa. Un orgoglio che torna, impetuoso, e tante, tante persone che si rimettono a remare, tutte nella stessa direzione. Si può fare! Si può ancora stupire e crescere! Si può tornare grandi! Solo che alcuni non lo possono accettare. Perché in un’Italia così non c’è più spazio per la meschinità. E perché, per alcuni, dovessero anche rimanere solo macerie, l’importante è continuare a perpetuare la loro fetta di potere”. “Ma la storia è fatta di uomini e donne, di piccoli passi e scelte quotidiane. È tempo che le persone perbene di questa martoriata Nazione scelgano da che parte stare. Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio!”, conclude.