venerdì, Novembre 22, 2024

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Auto e due ruote storiche possono tornare a circolare a Roma. Ecco perché

ROMA – I veicoli di interesse storico e collezionistico a due e quattro ruote possono tornare a circolare a Roma. Il Tar del Lazio ha messo fine a una lunga scia di polemiche che si trascinava dallo scorso mese di marzo disponendo l’annullamento dell’ordinanza con cui Roma Capitale equiparava questi mezzi alle stregua di banali veicoli inquinanti, dopo che già il Tribunale amministrativo aveva annullato una analoga ordinanza del comune del 28 febbraio 2023.

Il principio è contenuto in una sentenza (n.13620/2024) di accoglimento di un ricorso proposto, tra gli altri, dall’Automotoclub Storico Italiano (Asi), Registro storico Lancia – Lancia Club, Registro Fiat italiano, Registro italiano Alfa Romeo e Fmi. Il Tar ha ritenuto fondate le censure, prospettate nei motivi di ricorso, con le quali si contestava il difetto di istruttoria, il deficit motivazionale e, più in generale, la violazione del principio di proporzionalità. “Le ordinanze sindacali adottate da Roma Capitale – è scritto nella sentenza – introducono per i mezzi di interesse storico una disciplina parzialmente derogatoria rispetto a quella più restrittiva stabilita per i veicoli più inquinanti, consentendo, in aggiunta alla domenica ed ai festivi, la circolazione il venerdì sera e il sabato. Roma Capitale, tuttavia, ha omesso di fornire adeguato supporto motivazionale in ordine alla scelta compiuta sui veicoli di interesse storico”.

La motivazione fornita, secondo i giudici non permette quindi “di conoscere i razionali sottesi alla scelta compiuta” essendo “assente la comprova di avere condotto analisi e studi circa l’impatto effettivo dell’inquinamento arrecato dai veicoli storici, in ragione del loro numero complessivo, esiguo rispetto al parco circolante”.

Inoltre, il Tar, nel disporre l’annullamento dell’ordinanza sindacale del marzo scorso, non ha mancato di osservare come “i mezzi di interesse storico, in quanto costituenti veicoli inquinanti… possono legittimamente essere incisi da misure restrittive della circolazione, allo scopo di salvaguardare la salute pubblica” ma tali misure “devono tenere conto della specificità dell’interesse culturale che i mezzi in questione soddisfano”. Insomma, risulta evidente che l’esiguità del numero dei veicoli storici che “gravano” sull’aria della Capitale (lo 0,29% del totale dei mezzi circolanti su Roma), non può certo pregiudicare l’inquinamento della città.

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