(Adnkronos) – Cortei e manifestazioni in 60 città italiane per la Giornata internazionale della donna, oggi 8 marzo. Sotto lo slogan: ‘Lotto, boicotto, sciopero’ da Torino a Roma ‘Non Una di Meno’ chiama allo “sciopero dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, sciopero dai consumi e dai generi” e a scendere in piazza contro “la violenza patriarcale, la guerra e la povertà”.
Teatro Argentina di Roma transennato per il sit in organizzato dalle attiviste di ‘Non Una di Meno’, nella giornata dell’8 marzo. Nel teatro sarebbe dovuto andare in scena questa sera lo spettacolo ‘November’ interpretato da Luca Barbareschi, che invece è stato sospeso da ieri.
“Le parole di Barbareschi sul movimento MeToo e sulle donne che hanno denunciato gli abusi per noi sono irricevibili”, dicono le attiviste al megafono. “Nel giorno dello sciopero transfemminista a occupare la scena del Teatro Argentina doveva essere uno dei simboli del patriarcato italiota – spiegano ancora le attiviste – Solo in una distopia, o in uno scherzo di cattivo gusto, è immaginabile che il protagonista della serata dell’8 marzo potesse essere Luca Barbareschi, regista, attore e direttore artistico noto per aver violentemente sminuito le voci delle attrici che grazie al MeToo stanno denunciando anni di molestie e abusi nel mondo del teatro e del cinema, oltre che per aver fatto fallire, a suon di fondi pubblici straordinari, uno dei teatri più importanti di Roma, il Teatro Eliseo”.
Sulle transenne davanti al teatro è stato attaccato uno striscione con su scritto ‘Corpi e terra, non una di meno’ mentre a terra su un altro striscione si legge ‘Vogliamo tutt’altro’ firmato dall’Assemblea costituente Lavorat_ spettacolo. “Siamo qui davanti a questo teatro chiuso – dice un’attivista al megafono – rivendichiamo un lavoro non sfruttato, non precario, un lavoro pagato con un salario degno e un reddito di dignità che oggi non è garantito ai lavoratori che sono impiegati nelle strutture del centro storico della nostra città”. “La rabbia ci protegge, marea che fa paura fuori i fascisti dalla cultura” e “Abuser, sionisti, machi e fascisti, balleremo nude sui vostri resti” sono gli slogan che vengono scanditi durante il sit in.
Da piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, è partito il corteo organizzato da Non Una di Meno a Milano. Migliaia le persone scese in piazza per la manifestazione per la Giornata internazionale. “Lotto, boicotto, sciopero” recita il manifesto che apre il corteo, che si proclama “al fianco delle donne palestinesi, contro femminicidi e violenze sessuali”.
In piazza Duca d’Aosta, prima della partenza, le attiviste hanno riversato vernice fucsia a terra per protestare contro le ‘zone rosse’, “un dispositivo poliziesco di profilazione razziale senza precedenti”, in base al quale – denuncia Non Una di Meno – “le persone possono venire fermate, identificate, catalogate e allontanate da questa piazza. È stato detto che uno degli obiettivi è ‘allontanare i molestatori’. La verità è che fermeranno le persone nere, quelle povere, i giovani delle periferie, le persone in transito, quelle disperate. Utilizzano i corpi delle donne per seminare razzismo, quando in italia l’80% degli stupratori sono dentro le nostre case. Oggi lo diciamo chiaramente: non è in nostro nome che chiuderete i confini”.
Il corteo, diretto verso il centro città, terminerà in piazza della Scala.
Dopo il blitz in mattinata in una delle sedi torinesi della catena Carrefour, le partecipanti alla giornata di mobilitazione si sono date appuntamento in piazza Massaua da dove hanno raggiunto la sede di Leonardo lanciando uova di vernice viola contro il cordone di polizia posto a protezione dei cancelli dell’azienda aerospaziale. ‘Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo’ recita lo striscione che ha aperto il corteo di Torino in occasione dell’8 marzo.
Sono migliaia le persone che hanno partecipato al corteo di ‘Non Una di Meno’ che ha sfilato per le vie del centro di Roma sotto lo slogan: ‘Lotto, boicotto, sciopero’. Sono partite da piazza Vittorio Emanuele e dopo essere passate per via Merulana e via Labicana, hanno gridato “Siamo più di ventimila”, arrivando davanti al Colosseo e “Marea sei bellissima”, all’ultima tappa del Circo Massimo.
Piume, parrucche, sciarpe, abiti e fazzoletti legati al braccio, tutti rigorosamente fucsia (o viola), il colore della lotta transfemminista per l’emancipazione, mentre dal camion che ha guidato il corteo risuonava musica dance e techno. Tantissimi i giovani tra la folla che si sono lasciati trascinare ballando e cantando tra un intervento e l’altro. “Non ci fermeremo finché non sarà distrutto il patriarcato”, hanno detto le attiviste dal megafono. E con le chiavi fatte agitare in aria a simboleggiare i luoghi che ancora non sono sicuri per le donne, a un certo punto, le manifestanti hanno dato vita a “un minuto di rumore”. Spazio anche all’intervento contro il genocidio a Gaza e per le donne palestinesi nello sciopero transfemminista che quest’anno è appunto contro “la violenza patriarcale, la guerra e la povertà”.
Arrivati al Circo Massimo lo striscione ‘Lotto, boicotto, sciopero’, che ha guidato la sfilata fucsia, è stato posto sulla strada mentre la folla, tra cui in prima fila bambini, hanno cominciato a ballare. Poi l’accensione di fumogeni viola, l’azione che ha chiuso l’iniziativa. ‘Non una di meno’ dà appuntamento a Largo Argentina per il presidio delle 17, sempre in occasione della Giornata internazionale della donna.
Sul camion del movimento anche interpreti Lis che hanno tradotto in lingua dei segni gli interventi. “E’ sciopero transfemminista”, hanno gridato le attiviste di ‘Non una di meno’ dal camion dando inizio al corteo. “Siamo tutte antifasciste”; “siamo tutte transfemministe”: è il coro che si è alzato tra le note del brano ‘Rumore’ di Raffaella Carrà. “Scioperiamo dal lavoro precario, dal lavoro sottopagato delle donne”, hanno detto le attiviste dal corteo. Dal megafono anche riferimenti alla piazza di sabato scorso al Quarticciolo e alla sicurezza delle periferie. “Ai problemi non si può rispondere con la polizia, quello di Quarticciolo è il vero modello con un doposcuola, un ambulatorio, è solo insieme che possiamo sconfiggere la violenza, continuiamo a lottare insieme: Quarticciolo alza la voce, grazie per chi c’era sabato in piazza”.
Tra fumogeni viola e fucsia (il colore del movimento) alti cartelli come ‘Se non te la do non te la prendere’; ‘Il lavoro di cura è lavoro (pagatece)’; ‘Sorella non sei sola’; ‘Cuori accesi, fasci appesi’. E ancora: ‘La Palestina esiste dal fiume fino al mare’. Diverse tra l’altro le bandiere della Palestina che si soo viste sventolare insieme a quelle della pace. “Siamo marea in tutto il mondo. In Argentina contro Milei. Negli Stati Uniti contro Trump e Musk. Siamo ovunque. Siamo contro Meloni e Macron, contro chi vuole spendere soldi in armi e riarmare l’Europa”, dicono le attiviste di ‘Non una di meno’.
“Più Trans meno Trump”, una delle scritte su un manifesto nel corso della manifestazione. Poi lo slogan contro Regione e Governo: “Rocca Roccella e Valditara la vostra transfobia la pagherete cara”. Nello spezzone degli studenti anche cori in ricordo di Giulia Cecchettin: “Giulia è viva e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”.
In piazza Vittorio, prima della partenza, una performance di artiste indipendenti: si sono legate alle cancellate in piazza con corde che stringevano anche polsi e vita. I volti coperti da calze e i vestiti e le mani macchiati di rosso a simboleggiare il sangue. Sopra le loro teste un cartello con scritto: “Cosa fai?”.
Poco prima dell’arrivo del corteo al Circo Massimo, le manifestanti hanno urlato ‘Donna, vita e libertà’ richiamando lo storico slogan delle donne curde diventato un motto di resistenza in tutto il mondo. Un grido seguito da alcuni interventi contro le guerre e contro Leonardo (“vende armi e a ogni guerra intasca sempre più soldi”); contro le ‘zone rosse’ (“ennesima frontiera interna”); contro i decreti sicurezza del governo italiano. “Con eserciti schierati nelle nostre strade, si vuole militarizzare la nostra vita quotidiana e ridurre gli spazi di espressione del dissenso e di costruzione di nuovi immaginari”, hanno sottolineato le attiviste. Nel corso del corteo anche lo slogan: “Lo stupratore non è un immigrato ma il figlio sano del patriarcato”.
Tra i partecipanti al corteo anche il movimento studentesco Osa. Prima di unirsi agli altri manifestanti in piazza Vittorio Emanuele, si sono recati sotto il ministero dell’Istruzione per protestare contro il ministro Valditara. Bandiere della Palestina, fumogeni e dei cartoni con disegnati dei mirini con scritto ‘educazione sessuale’; ‘scuola dell’emancipazione’ e ‘diritto al dissenso’. E ancora una gigantografia del ministro Valditara vestito da sceriffo: “Siamo ora sotto al ministero dell’Istruzione, contro la scuola di Valditara, vogliamo un’educazione sessuo- affettiva in ogni scuola!”, hanno scritto gli studenti sui social.
Davanti al Mim, rilanciando lo sciopero previsto per il 4 aprile, i ragazzi hanno poi srotolato un grande striscione con la scritta: “Valditara maledetto distruggi scuola e diritto”. In piazza Vittorio Emanuele invece hanno urlato slogan contro il sindaco di Roma Gualtieri e ‘Israele che tu sia maledetta’ e ‘Valditara vogliamo la tua testa’.
Non solo Roma, Milano e Torino. ‘Non una di Meno’ oggi ha previsto manifestazioni in tutta Italia sotto lo slogan ‘Lotto, boicotto, sciopero’: Ancona, Alessandria, Alba, L’Aquila, Ascoli Piceno, Asti, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Catania, Como, Cosenza, Cuneo, Desenzano del Garda, Empoli, Fano, Firenze, Foligno, Genova, Imperia, Lamezia Terme, La Spezia, Livorno, Lucca, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano, Modena, Napoli, Novara, Olbia, Padova, Palermo, Pavia, Parma, Piacenza, Perugia, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Savona, Siena, Torino, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Verona e Vasto.