venerdì, Novembre 22, 2024

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Vendite al palo, dazi e bersagli sbagliati

ROMA – L’ auto europea non sta passando un buon momento. Le vendite rallentano e, senza incentivi, crollano quelle delle elettriche. Molti costruttori hanno iniziato a rivedere i propri piani, rinviando gli obiettivi di avere solo modelli a batteria in listino e hanno rilanciato gli impegni sui motori ibridi, in molti casi senza abbandonare per ora neanche diesel e benzina. E questo sta comportando altri investimenti, soprattutto da parte di chi aveva realizzato piattaforme solo per modelli elettrici. Con il calo delle vendite e le spese per riadattarsi alla nuova situazione, i conti di molti gruppi non stanno tornando. E fioccano annunci di riduzioni degli obiettivi finanziari, tagli di produzione e chiusure di impianti, con pesanti effetti sull’occupazione.

La transizione all’elettrico, almeno così come immaginata dalla Commissione europea, non sta funzionando. E il prezzo lo stanno pagando le case costruttrici, i dipendenti che rischiano il posto e i clienti che hanno visto lievitare i prezzi. Lo stesso Mario Draghi, ex presidente Bce, ha bacchettato la Ue perché “applica una politica climatica senza una politica industriale”. Ma intanto Bruxelles che fa? Insiste sul Green deal e sullo stop ai motori termici dal 2035. E nel frattempo ha individuato il grande pericolo per l’auto europea nei veicoli elettrici fabbricati in Cina, applicando forti dazi sulla loro importazione. L’obiettivo è impedire un’invasione dei marchi cinesi, che producono con costi inferiori del 25-30% grazie agli aiuti statali. La storia insegna che quando si alzano barriere commerciali ci perdono tutti (anche Pechino ha lanciato pesanti contromisure). I Paesi europei non hanno trovato una maggioranza per confermare i dazi per i prossimi cinque anni e ora toccherà alla Commissione Ue decidere. Ma in ogni caso, siamo sicuri che Bruxelles abbia centrato il bersaglio? In prospettiva l’auto elettrica cinese sarà sicuramente un pericolo. Ma oggi l’ “invasione” avviene soprattutto con modelli termici, al massimo ibridi, che vendono grazie a prezzi molto convenienti. Ue e Cina stanno trattando. Ed è bene. Perché il rischio che con una lunga guerra commerciale alla fine sia proprio l’auto europea a pagare dazio c’è.

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